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lunedì 30 gennaio 2012

Arte urbana

La scorsa settimana, passeggiando per una stradina secondaria, nelle vicinanze del nuovo percorso di "Madrid Río" mi sono imbattuta in una panchina decorata da un viandante artista o da un artista di strada, che dir si voglia. Ho scattato varie foto perché la cosa mi è parsa subito interessante. Eccone una:

Foto scattata da Paola Iasci il 22/01/2012

Sulla seconda matrioska, ritagliata su carta da giornale, si può leggere la parola "bonita" sulla terza "es" sulla quarta "la que" e alla fine della serie di bamboline russe attaccate con la colla sullo schienale della panchina c'è un piccolo rettangolino di carta sul quale c'è la terminazione della frase (si legge appena perché la foto è tagliata): "disfruta del café". Forse però la frase è monca: a qualcuno è venuto in mente di strappare in parte la quinta bambolina e magari anche lí c'era scritto qualcosa. Chissà cosa vorrà dire "Bonita es la que disfruta del café"? A chi si riferirà? A voi la risposta...

venerdì 13 gennaio 2012

La calza della Befana


Foto tratta da blogmamma.it
Il 6 gennaio, su La Repubblica è apparso questo interessante articolo sulla Befana. L'autore sostiene che non esiste Befana senza calza e calza senza Befana. Parla delle origini di questo personaggio popolare (che risale alle dee  preromaniche Egeria e Strenia, da cui il vocabolo strenna, cioè dono) e termina con una considerazione attualissima: oggigiorno i prodotti che si trovano nelle calze rispecchiano i valori dei nostri tempi (vedi le calze equosolidali, ecologiche o chilometro zero).

Foto tratta da www3.lastampa.it
Qui trovate una comprensione audiovisiva sulla prima parte del film "La Freccia Azzurra" di Enzo D'Alò, che racconta di una befana che ha il raffreddore e non può consegnare personalmente i regali ai bambini. Ci penserà a modo suo il suo fedele aiutante Scarafone (a cui dà voce Dario Fo). Il film si può vedere integramente, in comode puntate, su Youtube.

lunedì 9 gennaio 2012

Al supermercato

Il reparto ortofrutta dei supermercati italiani è molto diverso da quello dei corrispettivi mercati spagnoli. Ogni volta che vado a fare la spesa in Italia mi soffermo a curiosare per vedere quello che si vende e quello che invece manca, chissà per mancanza di domanda o perché semplicemente si preferisce dare spazio a prodotti locali. Difatti la verdura e la frutta esotica è alquanto scarsa e comunque si trova in piccole confezioni da gourmet. Nei supermercati del Nord si possono trovare con facilità tutti i tipi di frutti del bosco raccolti nelle zone di montagna (mirtilli, lamponi, more e uva spina), mancano però l'avocado, il mango e la papaya eppure per Natale è facile trovare i litchis. Comunque ci sono differenze notevoli, si consumano finocchi (qui invece è possibile comprarli solo al Corte Inglés) radicchio di Treviso e tuberi che invece in Spagna sono poco (o per niente) conosciuti, come il topinambur e le radici di soncino (un paese in provincia di Brescia).

Tuberi di topinambur
In questo blog si dice delle radici di soncino che favoriscono la digestione e hanno un sacco di vitamine B e C. Cito testualmente:  "È una verdura tipicamente invernale, prodotta solo in questa zona purtroppo ormai da pochissimi coltivatori, ha un sapore amarognolo piuttosto forte e si consuma sia cruda che cotta e condita con olio, sale, limone o aceto.
Dalla cottura al vapore si ricava un infuso di un bel colore giallo fieno da bere come bevanda depurativa (una volta al giorno) per intestino e fegato".


Radici di soncino. Foto tratta da www.argav.wordpress.com

Tradizioni popolari friulane

Pignarul di Reana del Royale, 2011

Il 6 gennaio, giorno dell'Epifania (che tutte le feste porta via...), in tutti i paesetti del Friuli si accende un pignarul, cioè una catasta di legna e stoppa con sopra un pupazzo. Gli si dà fuoco e le fiamme divorano la legna e il pupazzo (che simboleggia il vecchio, l'anno appena trascorso) ed emanano un intenso fumo bianco che a seconda della direzione presagisce l'esito dell'anno nuovo. Si dice che se il vento viene da ovest porti siccità e carestie, se invece viene da est porta piogge e di conseguenza raccolti copiosi. Il rogo del 6 gennaio è una tradizione lontanissima, forse di origine celtica: è un'occasione per stare in compagnia, con in mano un bicchiere di vinbrulè mentre i fuochisti si dilettano con la pirotecnia. In questa pagina potete leggere qual è l'origine dei falò di inizio anno e in quest'altra c'è un articolo interessante del Messaggero Veneto.